FEDERAZIONE ITALIANA DI AMERICAN FOOTBALL

Si avvicina Italia-Spagna, la partita che domenica (kick off ore 13.30, stadio Primo Nebiolo di Torino) metterà in palio un posto per il torneo di qualificazione ai campionati europei under 19. Dopo l’intervista a coach Borchini, è il momento del capo allenatore della Spagna Marcos Guirles.
Coach, quali sono le vostre aspettative per la partita di Torino?
Per noi non è solo una partita. E’ il nostro primo passo, la prima tappa di un nuovo programma che vogliamo portare avanti per iniziare a fare le cose in modo diverso, che ovviamente speriamo sia quello giusto. Il nostro cammino comporterà fatica, costanza, duro lavoro e atteggiamento giusto. Vogliamo far crescere il football americano nel nostro paese, non cerchiamo necessariamente risultati e vittorie. Vogliamo impostare le cose nel modo corretto. Per portare avanti questo programma abbiamo messo su uno staff tecnico che giudico di ottimo livello e che è in viaggio per l’Italia insieme al coaching staff della nostra Nazionale femminile. I nostri tecnici sono ottimi, preparati e disponibili a trascorrere molto tempo lontano dal loro lavoro e dalle loro famiglie senza avere altro riconoscimento che la gratitudine dei nostri atleti.
Qual è la sua opinione sul football italiano e sulla Nazionale italiana Under 19?
Non ho potuto vedere molto. So però che la vostra federazione sta portando avanti un programma di football nel modo giusto e che in Italia si pratica un football molto solido dal punto di vista offensivo e veloce in difesa. In verità però, di quello che ho visto, mi ha impressionato favorevolmente la preparazione e le prove degli special team.
Come sta lavorando la federazione spagnola per lo sviluppo del football giovanile?
Come ho detto prima, siamo all’inizio. La partita contro l’Italia sarà simbolica da questo punto di vista. Stiamo dando molta importanza al lavoro dei giocatori in campo e soprattutto fuori. Vogliamo far accrescere la competitività tra tutti i giocatori spagnoli affinché diventino più veloci e più forti. Vogliamo arrivare a scegliere i giocatori da invitare ai nostri raduni in base alle performance atletiche. Crediamo sia questa la base per poter iniziare a crescere.
Quali sono le sue esperienze come giocatore e come coach?
Credo di essere stato il giocatore peggiore della storia del football. Ma non sono così male come coach. Ho allenato per 25 anni il Barcellona Uroloki, ho avuto anche esperienze con NFL Europe come allenatore dei running backs e degli special team dei Barcellona Dragons. Inoltre ho coordinato l’attività di scouting della NFL in Messico per cinque anni.
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