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#Blue Team Italia   martedì 6 maggio 2014
John Mackovic: "Vi spiego il nuovo corso dell'Italia e la mia visione del football"

Intervista al nuovo head coach del Blue Team John Mackovic sul blog "Playbook" di Giovanni Marino, su repubblica.it

http://marino.blogautore.repubblica.it/2014/05/05/un-grande-del-football-per-il-blue-team-john-mackovic-vi-spiego-il-nuovo-corso-e-la-mia-visione-del-football/

John Mackovic è sinonimo di grande football. Una lunga e intensa carriera, con vittorie e sconfitte, apprezzamenti e polemiche come, inevitabilmente, accade a chi si mette in gioco per davvero. Ma, non sono vittore e sconfitte a fare la differenza, commenti favorevoli o pareri negativi a seconda dei momenti. E’ il tragitto che si percorre. E coach John di strada ne ha fatta davvero tanta. Difficile riassumerla. Tanto football college di alta qualità (Illinois, Texas, Arizona) e tanta Nfl (dal 1983 al 1986 head coach dei Kansas City Chiefs e in precedenza per due stagioni allenatore dei quarterback dei Dallas Cowboys), poi esperienze anche in Giappone e in Svezia e nel 2007 il titolo di campione del mondo con la Nazionale Usa. E’ dunque un gran colpo per il football italiano averlo come head coach del Blue Team che domenica sfiderà a Viterbo il team americano dei Siena Heights University. A Playbook, Mackovic spiega il nuovo corso degli azzurri e la sua visione del football.     

Coach John Mackovic, perchè ha accettato di guidare la Nazionale?

“Credo che se sei allenatore una volta, lo sei per tutta la vita. E so che molti dei miei colleghi coach sono ansiosi di tornare ad allenare. E’ davvero emozionante guardare al futuro e sapere di aver avuto una certa influenza sugli altri. Il football americano sta guadagnando popolarità in tutto il mondo e per tanti anni ho voluto far parte di questo movimento”.

Qual è l’obiettivo che vuole raggiungere con il Blue Team?

“Ovviamente ci sono alcuni obiettivi molto ambiziosi da centrare. Visto che noi (e parlo di Italia) abbiamo perso nel torneo Efaf Gruppo B l’anno scorso, questo è uno dei nostri primi ostacoli da superare: dobbiamo guadagnarci l’opportunità di superarlo e di allinearci e giocare quindi contro squadre d’elite come Giappone, Canada, Messico e sì, gli Stati Uniti” .

A che livello le sembra il football giocato in Italia?

“Tutta Europa ha beneficiato nel tempo di allenatori e giocatori americani che sono venuti ad allenare o giocare in varie squadre locali. La Germania ha avuto il massimo in questo ed e infatti la migliore nazione europea in questo momento. Spero che l’essere alla guida del Blue Team sia d’incoraggiamento per altri coach americani e li spinga a venire qui. Ho incontrato più di 100 allenatori che mi hanno detto di essere interessati ad allenare in Italia. La mia intenzione è quella di organizzare e sviluppare tecniche di coaching sullo stesso stile di quelle degli Stati Uniti. Voglio anche portare più coach americani per i camp. Ovviamente non siamo interessati a sostituire gli allenatori italiani con gli americani, quanto, piuttosto, desideriamo trasmettere esperienze e tecniche e crescere con loro”.

Coach, concretamente, cosa si deve fare per migliorare il football italiano: più coach e giocatori americani? O più giovani atleti italiani da far crescere?

“Il fattore più importante per la crescita del football in Italia è lo sviluppo dei giovani giocatori italiani. Dobbiamo usare tutte le risorse disponibili proprio per loro. Non c’è onore più grande che rappresentare il proprio paese sulla scena mondiale. E dal momento che selezioniamo i giocatori da tutte le regioni per giocare con il Blue team i ragazzi hanno questa possibilità” .

Qual è il suo concetto di football?

“Il mio background è sempre stato conosciuto per il football offensivo, anche se molte delle mie squadre erano eccellenti anche in difesa. Insegneremo un tipo di attacco che passa per la precisione e l’intensità (si spera)”.

Lei ha avuto una carriera molto lunga  e prestigiosa negli States:  la soddisfazione più grande legata al football college?

“Ho sempre sottolineato l’importanza della formazione globale per i giocatori di college e anche oggi continuo a seguire gli ex atleti giocatori nella carriera che hanno intrapreso. Molti sono diventati allenatori ma ci sono anche molti medici, giudici e imprenditori di successo. Facebook, poi, è diventato il miglior sito di social media per poterli seguire. E adesso che ci penso dico che, forse, il Blue Team potrebbe guadagnare in popolarità e visibilità proprio tramite questo social network”.

E la sua più grande soddisfazione quando allenava in Nfl?

“Chiunque alleni in Nfl vuol di fatto raggiungere i playoff e vincere un Super Bowl. Io non ho mai raggiunto il Super Bowl, ma la mia squadra, parlo dei Kansas City Chiefs del 1986, raggiunse i playoff per la prima volta in 14 anni. Ho anche allenato con Tom Landry dei Dallas Cowboys nel 1981-1982. Ed è’ stata una tappa molto importante per la mia crescita come allenatore”.

Conosce già lo staff tecnico del Blue Team?

“Conosco un paio di allenatori meglio degli altri. Tramite Skype ho avuto l’opportunità di condividere le mie idee. Il weekend a Viterbo sarà un buon momento per conoscersi a vicenda. Sono rimasto colpito dal primo contatto con loro. So che gli allenatori sono esperti e qualificati. Mi aspetto che facciano una grande differenza nella squadra”.

Una parola su coach Vince Argondizzo che ha guidato il Blue Team agli Europei.

“Coach Argondizzo è stato meraviglioso in questa fase di transizione e ho imparato molto da lui riguardo al football italiano. Le sue capacità di gestione erano ben evidenti con la squadra lo scorso anno. Resta con noi e credo che darà un grande contributo in diverse aree della squadra”.

Conosce i giocatori italiani del Blue Team? Vuole dirci il nome di qualcuno che l’ha colpita?

“Non ho ancora familiarità con molti giocatori in questo momento. Dopo Viterbo saprò molto di più. Molti giocatori non possono partecipare all’appuntamento dell’undici maggio. Faremo qualche cambiamento al nostro calendario per renderlo più compatibile con tutti. In futuro avermo bisogno di avere più camp per valutare i giocatori giovani, metterli in gioco e farli crescere. Abbiamo bisogno del contributo di tutte le squadre, allenatori e giocatori. E’ un processo che richiederà 2-3 anni”.

Da Napoli a Bolzano ogni domenica si gioca la serie A, da Sud a Nord 5000 tra ragazzi e coach scendono in campo gratis spinti dalla passione anche in Lenaf e in Terza Divisione, Un suo giudizio su questo…

“Il principale motivo che mi ha spinto a venire in Italia ad allenare è proprio quella passione e quell’impegno. L’approccio americano al football è molto diverso. Anche se non siamo professionisti qui in Italia, vogliamo essere professionali nel nostro approccio e nell’insegnamento. Ovviamente il calcio e il rugby hanno radici profonde. L’obiettivo è piantare anche quelle del nostro gioco, il football, proprio accanto alle loro”.

Segue Ancora la Nfl ? Chi è il Suo giocatore preferito? E il suo team?

“Io di solito guardo il football dei college ogni sabato per circa 12-14 ore e seguo la Nfl la domenica per 10-12 ore. Sì, seguo il gioco molto da vicino. E conosco personalmente la maggior parte dei miei giocatori o allenatori preferiti”.

Parlando di draft Nfl, ormai prossimo, secondo lei quale giocatore sarebbe un vero affare per una squadra Nfl?

“Le Squadre Nfl non vogliono giocatori che diventino problemi fuori dal campo. Quindi monitorano ogni giocatore molto da vicino. Johnny Manziel è un giocatore speciale e credo che sorprenderà tutti quelli che non pensano che ce la possa fare”.

Quanto starà in Italia e dove ha stabilito il suo quartier generale ?

“Per questo periodo sarò in Italia per 2 settimane. Dopo Viterbo andrò a Palermo per incontrare e allenare le squadre lì . Spero anche di incontrare il Presidente Fidaf, il sindaco Leoluca Orlando. Naturalmente il buon cibo e il vino siciliano non saranno trascurati… Dopo Palermo andrò a Bologna e Ferrara, sede del Super Bowl Ifl 2014. Il 18 maggio guarderò il match delle Aquile contro una squadra di college americano”.

Coach, faccia uno spot in favore del football: i suoi valori sono?

“Il football è lo sport di squadra più esigente al mondo. Nessun altro sport richiederà maggior impegno personale, duro lavoro, cooperazione e spirito competitivo del football. La natura fisica del football è diversa da quella di altri sport, così come i sistemi di gioco, con undici giocatori su ogni lato che si muovono insieme in cerca della vittoria. C’è anche la passione per l’eccellenza che attira i giocatori e gli allenatori di football”..

Quando potrà davvero ritenersi soddisfatto del suo lavoro nel Blue Team?

“Gli allenatori non sono mai completamente soddisfatti. La mia grande gioia sarà vedere il Blue Team giocare nell’Ifaf World Cup di football americano. E Il più presto possibile, visto che non sono più così giovane…” .