FEDERAZIONE ITALIANA DI AMERICAN FOOTBALL

Se nel basket e nel baseball gli italiani d’America hanno trovato la loro nicchia, Giorgio Tavecchio lavora per trasformare il sogno Nfl in realtà. Il 22enne milanese (di padre italiano e madre italo-americana) si sta giocando il posto di kicker, l’uomo addetto ai calci d’inizio e alle trasformazioni, nell’organico dei leggendari Green Bay Packers, la franchigia portata al vertice negli anni ‘60 da Vince Lombardi - a cui è dedicato il trofeo del Superbowl - e poi trionfatrice nel 1997 e 2011. Una big, come l’Inter che Tavecchio segue anche dalla California, dove fa base da un decennio. «L’idolo è Javier Zanetti, meriterebbe un monumento equestre per tutto ciò che ha dato» dice il mancino laureatosi in economica politica a California-Berkeley(dove ha riscritto il libro dei record della squadra di football del college) e che può ricalcare il percorso di Massimo Manca, che 25 anni fa giocò tre gare a Cincinnati. «Da ragazzino desideravo la Serie A, oggi immagino il field goal decisivo nel Superbowl...».
Tavecchio, in quanto italiano il suo ruolo nel football americano non poteva che essere di calciatore...
«E’ uno stereotipo che mi insegue, i compagni di squadra ci scherzano su. Da ragazzino giocavo centrocampista nel ‘soccer’, poi un po’ per caso provai con il football americano, e scoccò la scintilla».
Come è visto dal gruppo il kicker, chiamato in causa soltanto in fasi particolari senza dover correre né placcare?
«Siamo visti come se fossimo stranieri, il nostro ruolo è molto specifico, e il nostro allenamento è differente rispetto agli altri giocatori. Ma in spogliatoio siamo apprezzati come qualunque compagno di squadra. Le mie origini italiane mi aiutano nell’inserimento in gruppo, parecchi giocatori e tecnici mi parlano delle loro vacanze in Italia, e tanti raccontano di avere parenti italiani. E quando si parla di Italia, tutti conoscono il nostro cibo..».
Cosa le manca dell’Italia?
«Cibo, cultura e tradizioni sono unici, ma adoro pure i ritmi rilassati della California. Mi manca mia nonna Ottorina, a cui sono legatissimo».
Conosce il trio Nba Bargnani-Belinelli-Gallinari, Della Valle e l’azzurro delle Mlb Alex Liddi?
«Di persona ho conosciuto soltanto Amedeo e sono suo tifoso. Degli altri conosco le storie personali, per me sono fonte di ispirazione, sono stati capaci di arrivare al top nei rispettivi sport. Quando Belinelli giocava a Golden State andavo spesso a vederlo con mio padre».
Come sarà il percorso di avvicinamento alla stagione con Green Bay, con cui ha firmato un triennale?
«Ora viviamo il periodo di allenamenti fuori stagione, il precampionato inizierà a fine luglio, la franchigia può rilasciarmi in qualsiasi momento, io spero di convincerli, sogno di far parte dell’organico all’inizio della stagione, l’8 settembre».
Quando i Packers debutteranno a San Francisco, la squadra per cui lei provò lo scorso anno.
«Un’esperienza importante, mi sono allenato con David Akers, il kicker che ammiro di più. Da allora, ho lavorato da solo, calciando 60 volte ogni allenamento, tre volte a settimana. Ma ora il ritmo aumenterà».
Quanti europei giocano nella Nfl?
«Oakland ha un kicker polacco, Sebastian Janikowski, a breve arriveranno anche un tedesco - Bjorn Werner - e un inglese - Menelik Watson - dal college di Florida State».
Ci sono altri italiani da Nfl?
«Temo di no, ma con la mia avventura spero di aiutare altri italiani ad arrivare a questi livelli. Lo scorso anno vidi il Superbowl italiano, fu molto divertente. E un giorno spero di giocare anche in azzurro, tuttavia i tornei delle Nazionali sono a fine estate, un momento chiave per l’annata Nfl».
Cosa significherebbe indossare la maglia di Green Bay per un italiano?
«L’eredità di Vince Lombardi è sempre presente, per me sarebbe un orgoglio enorme. Così come sogno di portare la nostra bandiera anche nella Nfl».
Mirco Melloni - Tuttosport
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